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RECENSIONI

Organizzare la conoscenza
Dalle biblioteche all'architettura dell'informazione per il web
Claudio Gnoli, Vittorio Marino, Luca Rosati
Hops-Tecniche Nuove, 2006


Acquisto online: http://www.tecnichenuove.it

“Ma sul web è necessario impiegare un solo principio di divisione alla volta? In altre parole, la mutua esclusività delle categorie e di conseguenza la coerenza sono proprietà irrinunciabili degli schemi di classificazione del Web? E ancora: il rigore metodologico nella costruzione delle classificazioni, quindi il rispetto delle regole e dei principi propri di un corretto procedimento classificatorio, sono requisiti fondamentali o si possono mettere da parte a favore di un approccio maggiormente "disinvolto? ”

Molti sono i dubbi che l'information architect deve affrontare e risolvere durante la progettazione di ogni nuovo sito. E i dubbi relativi alla classificazione degli elementi sono tra quelli sentiti e vissuti, soprattutto recentemente, come sempre più urgenti e determinanti nella qualità complessiva del sito.

Il libro indubbiamente ha il merito di far luce sulle origini della classificazione, sulle sue evoluzioni nell’ambito biblioteconomico (tesauri, soggettari, tassonomie, classificazioni) e di affrontare, seppur molto superficialmente, il tema dell’information retrieval prima di passare all’analisi e discussione degli schemi di classificazione adottati nei siti web.

Non è difficile indovinare che la preferenza degli autori va alla classificazione a faccette e in questo senso potremmo dire che la tesi finale del libro, nel suo complesso, consiste nella dimostrazione dell’efficacia e dell’utilità di questa classificazione anche in ambito web e non solo bibliotecario. Partendo da un rapido esame di alcuni esempi di classificazione tradizionale (gerarchio-enumerativa) che ne sottolinea i principali limiti e punti deboli, infatti, gli autori propongono come soluzione migliorativa l’adozione della classificazione a faccette.

Le faccette possono essere definite come aspetti particolari, o meglio, “categorie tipiche di una certa disciplina” che concorrono, nel loro insieme, a rappresentare e descrivere in maniera completa ed esauriente la disciplina stessa. Ogni faccetta assumerà poi uno o più valori, chiamati fuochi.

Quali i vantaggi? Essendo un sistema aperto e scalabile, il classificatore può intervenire e adattare la classificazione inserendo una faccetta (o solo un fuoco) molto più agevolmente rispetto alle classificazioni gerarchiche.

E per gli utenti? In quanto multidimensionale, la classificazione a faccette permette di rappresentare diversi modelli mentali contemporaneamente: ogni faccetta rappresenta infatti un criterio di divisione diverso dalle altre. Questo approccio, inoltre, supporta con efficacia l’utente durante le fasi intermedie di ricerca (exploratory seeking) in cui l’apprendimento delle specificità del tema procede di pari passo con la navigazione e ricerca. La combinazione di due o più faccette, in ultimo, può anche costituire un’intuitiva ed efficace strategia di ricerca.

La presentazione dei vantaggi dell’approccio analitico-sintetico, seppur non sempre convincente e rigorosa, tocca sicuramente alcuni importanti temi di riflessione: manutenzione degli schemi, integrazione di due diversi sistemi di categorizzazione, rapporto tra classificazione e ricerca, classificazione dei risultati di ricerca e infine ipotesi e modelli per il futuro. Molto interessanti inoltre i riferimenti ai siti web, sperimentali e non, portati ad esempio; il lettore può così toccare con mano i vantaggi delle faccette descritti nel libro, anche se il numero limitato di esempi finora disponibili rischia di far insorgere più di un dubbio.